AR e VR: Occhi-alini puntati sulla Realtà Aumentata

Arricchire la percezione oltre i cinque sensi, vivere in un contesto in cui realtà e fantasia si mescolano. Potenziare la nostra esperienza nel mondo, vedendo oggetti e cose inventati, inesistenti, eppure materializzati di fronte ai nostri occhi. Fino a qualche anno fa sembrava pura fantascienza: oggi è pura realtà (concedeteci il gioco di parole)… ovviamente “aumentata”.

Forse non ci rendiamo conto di quanto il mondo stia cambiando, e di quanto la realtà virtuale stia diventando protagonista nelle nostre vite. L’estate scorsa, l’applicazione più scaricata è stata Pokemon Go: un gioco a cui sia grandi che piccini hanno dedicato un po’ del loro tempo, andando a caccia di mostriciattoli invisibili (ma così veri sul nostro smartphone). Ora si attende un’altra grande invasione del mondo virtuale sul reale, forse persino più duratura. Il CEO di Facebook, Mark Zuckerberg, ha dichiarato di voler puntare tutto sulla realtà virtuale. La rivoluzione passerà per la fotocamera degli smartphone, che diventerà la più grande piattaforma mainstream di realtà aumentata.

Ma andiamo per gradi: il discorso sulla realtà aumentata merita un approfondimento, a partire da qualche chiarimento terminologico.

Augmented Reality e Virtual Reality: qual è la differenza?

La Realtà Aumentata, abbreviate AR (dall’inglese Augmented Reality) altro non è che un arricchimento della percezione sensoriale umana attraverso informazioni create ad hoc, manipolate elettronicamente. Utilizzando alcuni strumenti specifici (siano essi smartphone o sensori specifici come HoloLens e Google Glass), diventa quindi possibile percepire nuovi elementi multimediali, inseriti all’interno del nostro contesto abituale.

Vi è qualche differenza con la Realtà Virtuale, (VR, da Virtual Reality)? In realtà in tanti ritengono questa distinzione pretenziosa, ma si tratta effettivamente di due condizioni diverse. Nella realtà virtuale, infatti, gli elementi manipolati dalla tecnologia rappresentano la quasi totalità delle informazioni disponibili: non si tratta di un innesto tra reale e multimediale, ma di un mondo completamente simulato e artificiale.

La realtà aumentata e le sue applicazioni.

Contrariamente a quel che si può pensare, la realtà aumentata non è poi così contemporanea. Le prime sperimentazioni sono state infatti effettuate già a partire dagli anni ‘60, a scopo principalmente militare e medico. Il grande successo di pubblico è arrivato quando la AR è approdata al campo videoludico, diventando poi un importante strumento di marketing e comunicazione. Molte applicazioni oggi includono l’AR, e funzionano sfruttando i parametri di geolocalizzazione dei nostri smartphone. Grazie alle coordinate GPS, unite ad altre informazioni (come ad esempio la posizione dello schermo), un software ci permette di visionare sui nostri schermi oggetti nuovi, elementi virtuali, informazioni aggiuntive. E’ proprio su quest’ultima caratteristica in particolare che Zuckeberg ha voluto porre l’accento, parlando del suo investimento in AR. Cosa vuol dire questo? Che probabilmente, nel giro di qualche anno, andremo in giro con un paio di occhiali con cui, semplicemente osservano un monumento, un oggetto (una persona?), riceveremo all’istante delle informazioni. La fine delle guide turistiche? Forse. Per i più catastrofisti, anche la fine della nostra privacy. Ma oltre che la fine di qualcosa, sarà anche l’inizio di una nuova era, di un nuovo modo di concepire il mondo. Che sia giusto o sbagliato, lo scopriremo solo in futuro. La vera domanda è: quanto è vicino questo futuro?